28 aprile 2016

Tre verità sulle mamme che hanno vissuto un cesareo

Aprile è il mese della consapevolezza sul cesareo,
un mese di ulteriori approfondimenti e di sensibilizzazione nei confronti di un intervento
che, in certi casi, è un utile salvavita e in tanti altri casi, dati statistici alla mano,  diventa uno strumento dai labili benefici.
Per onorare il mese di Aprile che sta terminando,
abbiamo tradotto questo articolo tratto dal sito CordMama - Titolo originale Three Truths About C-section Mamas

 

Tre verità sulle mamme che hanno vissuto un cesareo
 
Come fotografa, mi è stato chiesto di catturare alcuni dei momenti più importanti della vita famigliare. Entro delicatamente nello spazio e nel tempo della nascita e documento i piccoli grandi momenti che prendono vita. Racconto la storia dell'entrata nel mondo dei loro figli e delle loro figlie. Le lotte, la paura, il dolore, la gioia.
Sono storie meravigliose.
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Nel mondo della nascita, vedo certi tipi di parti che potrebbero essere descritti come “ideali” e ne immortalo altri che potrebbero essere descritti come “standard”. La fantasiosa "medaglia d'oro del parto" va sempre agli eventi senza medicalizzazione, parti vaginali dove le mamme e i partner sono attivi, partecipi e non ostacolati dalle figure esterne.
Giusto la scorsa notte ho letto uno stupefacente racconto di parto di una mamma che, in modo non intenzionale, ha partorito nella sua vasca da bagno. Suo marito ha accolto tra le braccia il bambino: non c'era nessun altro al di fuori di loro. Si sono quindi seduti sul divano immersi nella meravigliosa visione del loro bambino. E' stata una splendida venuta alla luce...e sono sicura che questo racconto verrà diffuso per molto tempo.
Ho avuto l'onore di fotografare questo bellissimo cesareo - non programmato (la mamma sperava in un VBAC), straordinario, potente - e redentore.  
Molti di voi avranno letto del parto podalico che ho fotografato a febbraio. La mamma era stata preparata per un cesareo d'emergenza, quando ha sentito un forte ed impellente bisogno di spingere al che, la sua bimba è sgusciata fuori, di piedi, proprio mentre lei era sul tavolo operatorio. Ancora un'altra luminosa storia di nascita che ispira un'infinità di donne a tenere stretti i propri progetti e desideri intorno alla nascita.
Di recente, però, ho pensato molto alle eroiche storie di nascita non celebrate. Ho pensato alle storie che non necessariamente ricevono tutti i pollici in su e numerose condivisioni su facebook. Sto pensando alle storie di nascita con cesareo e alle donne coraggiose che hanno dato alla luce i loro bambini con tanta forza e bellezza.
E quindi, poiché aprile è il mese della consapevolezza sul cesareo, incoraggio tutti noi a fare un passo indietro e a celebrare le mamme che hanno partorito con un cesareo.
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1. Le mamme che hanno partorito con un cesareo sono coraggiose.
Venire preparate per un cesareo non è una passeggiata. Molte volte il partner non è ammesso nella sala operatoria finché l'epidurale è stata somministrata e ciascuno ha "preso il proprio posto". Questo significa che, nel frattempo, dottori/esse e infermieri/e si sono mossi preparando la sala operatoria (magari parlando del pranzo o del film visto il weekend precedente) e una forte mamma è rimasta seduta su un freddo tavolo operatorio osservando ciò che c’è intorno - spesso spaventata o sentendosi molto sola.
In quei momenti, una mamma che vive un cesareo si appiglia al saldo e impetuoso amore che prova per la sua bambina/il suo bambino. Lascia scivolare via la paura. Sa che questo è il meglio per il suo bambino/la sua bambina, nonostante il fatto che “questo meglio” sia un intervento chirurgico con una reale ferita e cicatrice.  Anche se “questo meglio” significa lasciar da parte un sogno o una visione di parto costruitasi e arricchitasi nel corso di nove mesi.
Se non hai mai avuto un cesareo, ti consiglio di immedesimarti in quella situazione– mettiti nei suoi panni, sdraiata sul tavolo, in attesa, magari spaventata… Penso che questo sia sufficiente per far capire quanto siano coraggiose queste mamme.
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2. Le mamme che vivono un cesareo sono forti
Sono pochissime le donne che potrebbero dichiarare che il cesareo è l’immagine che hanno visionato per prima, pensando al proprio parto. Il cesareo è un intervento medico necessario nella migliore delle ipotesi; nella peggiore, è dettata da pratiche obsolete, non in linea con le EBM o dal desiderio dei medici di una propria e personale comodità organizzativa.
Alcune mamme che vivono un cesareo hanno di fronte settimane per prepararsi ed accogliere questo cambio di prospettiva; molte hanno solo qualche giorno, ora o minuto.
Improvvisamente, tutto ciò che è stato visualizzato, muta. La sua immagine del parto viene gettata fuori dalla finestra. La chirurgia prende il sopravvento. Non sa quanto a lungo dovrà attendere prima di poter stringere tra le braccia la sua bambina o il suo bambino.
Noi umani non siamo programmati per gestire i mutamenti improvvisi. E, ancora una volta, queste mamme trovano il modo di mantenere saldo il proprio orgoglio e la connessione con la forza interiore che permette loro di entrare in quella sala operatoria e dare alla luce il proprio figlio o la propria figlia.
Ed è così che l’intervento chirurgico si manifesta. Taglia e sutura. La totale ripresa spesso richiede mesi. E mentre molti di noi vorrebbero raggomitolarsi con una coppa di gelato e una pila di film per riprendersi da un intervento chiurgico, le mamme che hanno subito un cesareo fanno l’opposto. Nutrono, amano, si prendono cura delle loro meravigliose bambine e bambini.
Emozionalmente e fisicamente, queste donne sono MOLTO forti. Questa forza non è necessaria solo nel giorno del parto, essa deve durare settimane, mesi e anni – mentre che i loro corpi e le loro anime guariscono, accogliendo nuovi sogni con i loro piccoli tra le braccia.
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3. Le mamme che hanno (avuto) un cesareo sono belle
Diventare madri lascia a tutte delle cicatrici. Alcune sono emozionali, altre sono fisiche. Le mamme che vivono un cesareo le hanno entrambe. E queste loro cicatrici sono potenti promemoria della forza e del coraggio che hanno avuto nel dare alla luce le loro figlie e i loro figli. Queste cicatrici sono le porte attraverso le quali i loro bambini e bambine hanno lasciato un mondo, per entrare nell'altro.
Sono affascinata da quante siano diverse queste cicatrici–per consistenza, lunghezza, collocazione. Proprio come ogni cicatrice è unica, così lo è ogni storia di cesareo.
Sono affascinata da come queste cicatrici cambino nel corso del tempo – da come si affievoliscano, crescano, guariscano.
Al posto di gettare un velo di vergogna, dobbiamo incoraggiare queste mamme a mostrare al mondo le loro cicatrici, un inno di forza e coraggio.
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(Traduzione a cura di Marika Novaresio, volontaria Innecesareo, revisione Francesca Alberti)

23 aprile 2016

Cornedo Vicentino (VC) - 30 aprile 2016

Cornedo Vicentino - ore 16:00

Cicatrici da parto, ferite dell'anima




Innecesareo sarà a Cornedo Vicentino ospite dell'associazione "Qui mamma ci cova" per l'incontro sulle cicatrici da parto, sia esso cesareo o parto medicalizzato.
Un incontro di condivisione e sostegno in cui non mancherà la divulgazione di informazioni corrette, per prendersi cura della propria cicatrice fisica ma anche di quella cicatrice invisibile ed emotiva che spesso porta un parto medicalizzato e un cesareo.
Vi aspettiamo sabato 30 aprile alle ore 16 in Sala Vecia Filanda, via Cavour 44, Cornedo Vicentino (VI), Gradita conferma della partecipazione.

19 aprile 2016

VBAC e parto rispettato, incontro Innecesareo a Castiglione delle Stiviere

Importante incontro informativo e di condivisione a Castiglione delle Stiviere (MN), parleremo di VBAC e parto rispettato, gradita conferma. Vi aspettiamo!

L'incontro si terrà sabato 23 aprile alle ore 10 presso "Equilibrio Benessere Naturale" via Donatori di Sangue 2 a Castiglione (vicino Hotel Dunant).

13 aprile 2016

Rottura d'utero, facciamo chiarezza

Il rischio di cui si parla più spesso, forse l'unico e più importante in caso di VBAC, è la rottura d'utero, peccato non se ne parli in modo corretto e venga usato come informazione del terrore per le madri che invece vorrebbero partorire dopo uno o più cesarei.
Iniziamo con il dire che la vera rottura d'utero, ossia la rottura franca, è un evento raro che si stima avvenga in circa lo 0,5% dei casi di travaglio dopo un cesareo, ciò vuol dire che si hanno più del 99% di probabilità che questo non avvenga! (In un'analisi multivariegata del NICHD viene mostrato che non vi è una differenza significativa tra il tasso di rottura uterina in un VBAC rispetto al VBAC dopo due o più cesarei precedenti).
L'utero è un muscolo potente e non "esplode" all'improvviso, anche nel raro caso in cui la cicatrice dovesse rompersi vi sono chiari segnali che la madre in ascolto e l'operatore esperto saprà riconoscere per poter intervenire in tempo, tra questi vi sono:

-Sanguinamento vaginale anomalo
-Dolore intenso a livello della cicatrice e tra una contrazione e l'altra
-CTG patologico e conseguente sofferenza fetale
-Arresto di travaglio dopo inizio efficiente

si può arrivare a:

-Schock materno, ipotensione, svenimento 
-Utero a clessidra

Il rischio di rottura d'utero aumenta se il travaglio è indotto o accelerato.

Importante distinguere la rottura d'utero dalla deiscenza uterina, quest'ultima è una "finestra" o "smagliatura" che si apre a livello della cicatrice che quasi mai è catastrofica, spesso se ne accorge l'operatore in corso di cesareo o addirittura dopo il VBAC.

Rottura uterina: separazione degli strati del muscolo uterino che si estende o che coinvolge la sierosa uterina o separazione del muscolo uterino con estensione fino alla vescica e al legamento largo dell'utero.

Deiscenza uterina: separazione del muscolo uterino con sierosa uterina intatta.



Ecco un ulteriore approfondimento:

In questo primo approfondimento, parleremo della rottura uterinala più citata complicazione collegata al parto vaginale dopo cesareo (VBAC) e anche quella su cui circolauna maggiore disinformazione! 
Sono pochi i fattori che incidono sul tasso percentuale di rottura uterina. Vediamo insieme i tre più importanti:
1. Tipo di cicatrice del cesareo precedente,
2. travaglio di  VBAC indotto o accelerato 
3. numero dei precedenti cesarei.
L’espressione “tipo di cicatrice” fa riferimento al tipologia e all’ubicazione della cicatrice uterina. Se non conosci questo dato, puoi trovarlo nella cartella clinica.
Allora, iniziamo a dire che la cicatrice uterina non coincide con quella addominale (quella che vedi sulla pelle).  Attualmente, la maggioranza delle donne subisce un’incisione del segmento uterino inferiore (chiamata anche “linea del bikini”).  Questo tipo d’incisione è associato altasso più basso di rottura uterina in future gravidanze. (Landon, 2004)

Altre tipologie d’incisioni/cicatrici sono associate invece ad un tasso percentuale più alto. E’ importante, però, sapere che nessuno può prevedere esattamente l’ammontare di questo rischio. Le evidenze scientifiche a supporto di questa informazione sono alquanto deboli poiché, sul tema, ci sono pochi studi i quali hanno coinvolto un numero limitato di donne, senza oltretutto operare una distinzione tra rotture avvenute in travaglio spontaneo, indotto o accelerato. 
Ricorda: “travaglio indotto” significa che è stato eseguito un trattamento (farmacologico o meccanico) per avviare le contrazioni.
“Accelerato”, significa che la donna è già in travaglio e la somministrazione di farmaci è fatta per intensificare o accelerare le contrazioni.
“Spontaneo” è il travaglio che si avvia e si sviluppa senza nessuno intervento o trattamento. 
 
Veniamo, ora, al secondo fattore citato.
Qual è la percentuale di rottura uterina, collegata ai vari tipi di travaglio?
Uno studio ha rilevato le seguenti percentuali:
-  dello 0.4% (4 in 1000) nei travagli spontanei.
-  dello 0.9% (9 in 1000) in travagli accelerati
- dell’ 1.0% (10 in 1000) in travagli indotti.
Lo specchietto qui di seguito, può offrire una prospettiva più ampia del tasso di complicazioni che possono incorrere. Un approfondimento dettato dal solo intento di sfatare l’enfasi che viene sempre posta sul rischio di rottura uterina e per sottolineare che ogni struttura dotata di un reparto di ostetricia ha attivo un protocollo per affrontare le eventuali emergenze e quindi anche l’eventuale rottura uterina (a tal riguardo, consigliamo di dare un’occhiata Mito: Gli ospedali boicottano il VBAC perché è una seria e inusuale complicazione che non sono in grado di gestire in modo appropriato. contenuto nell’articolo sui Miti legati al VBAC)
 
 
Rottura uterina
in travaglio spontaneo1
Distacco della placenta2
Prolasso del funicolo2
Distocia della spalla2
0.36%
1.3%
1.4-6.2%
0.6-1.4%
1.     1. Studio NICHD (n = 17 898 VBACs) Landon MB, Leindecker  S,  Spong  CY,  Hauth  JC,  Bloom S, VarnerMW, et al.;  National  Institute  of  Child  Health and Human Development Maternal-Fetal Medicine Units Network. The MFMU Cesarean Registry: factors affecting the success of trial of labor after previous cesarean delivery. Am JObstet Gynecol 2005;193:101623.
2.     Komorowsi J. (2010, Oct. 11 A Woman’s Guide to VBAC: Putting Uterine Rupture into Perspective. Retrieved from Giving Birth with Confidence http://www.givingbirthwithconfidence.org/p/bl/ar/blogaid=181
 
Ora parliamo del parto vaginale dopo multipli cesarei. Una delle ragioni per cui può essere molto importante per una donna poter fare  un VBAC dopo un precedente cesareo, è che i rischi aumentano ad ogni gravidanza successiva. Il cesareo aumenta la possibilità percentuale di sviluppare placenta previa/accreta o morbilità dovute ad aderenze placentari.
Spesso si sente dire che il rischio di rottura uterina aumenta vertiginosamente ad ogni cesareo. A tal proposito, L’ACOG riporta un rischio percentuale pari a 0.9% - 3.7%. (ACOG, 2010); un’analisi multivariegata del NICHD ha mostrato che non c’è una differenza significativa tra il tasso di rottura uterina in un VBAC dopo due o più cesarei precedenti(9/975, 92/10000) rispetto ad un solo cesareo precedente(115/16 915, 68/10000).
Altri studi osservazionali hanno mostrato percentuali di successo del VBAC con due precedenti cesarei pari al 62–75%.
E, infine, le linee guida del RCOG (ottobre 2015) riportano un tasso di rischio di circa 1,36%.
A fronte di ciò, le evidenze documentano un aumento delle complicazioni materno-infantili legate al cesareo, quali placenta accreta e previa, isterectomia ed emorragie, morbilità respiratoria neonatale in cesarei elettivi prima della 39+0 settimana di gestazione. (Silver, 2006; ACOG, 2012; RCOG, 2015).
Se ti interessa approfondire ulteriormente, ti consigliamo la lettura di questo articoloVBAMC: parto vaginale dopo multipli cesarei. Le evidenze scientifiche si scontrano con la realtà!”
Le ultime linee guida dell’American College of Obstetricians and Gynecologists' (ACOG's) hanno indicato che “la maggioranza” delle donne con un precedente cesareo e “alcune” con due precedenti cesarei sono candidate ideali per un VBAC.  Dello stesso avviso è il Royal College of Obstetricians and Gynaecologists (RCOG) [Ottobre 2015].
Nonostante queste evidenze, il tasso di VBAC o VBAMC in Italia è alquanto basso.
Altri fattori solitamente riportati come argomentazione contro il VBAC – quali l’intervallo di tempo e lo spessore del segmento uterino – allo stato attuale delle conoscenze, non trovano tesi a favore della loro fondatezza. Per esempio, le recenti Linee guida del RCOG riportano uno studio retrospettivo, che ha incluso 3176 pazienti, tramite il quale è stata valutata la sicurezza di un VBAC con un breve intervallo di tempo tra i parti (tra il parto e il concepimento successivo o tra un parto e l’altro).  Lo studio ha concluso dicendo che uncorto intervallo di tempo tra i parti (meno di 12 mesi) non risulta essere un fattore di rischio per maggiori complicazioni quali rottura uterina e mortalità.
A proposito dello spessore del segmento uterino (LUS), sempre le recenti linee guida hanno riportato i dati di cut-off dello spessore come indice predittivo di rottura uterina emersi da une meta-analisi, per poi concludere che lo studio non è in grado di definire un cut-off standard dello spessore del LUS utilizzabile nella pratica clinica.
L’ ACOG, a sua volta, non ritiene che questi fattori siano utilizzabili come motivo di esclusione al VBAC delle candidate.
Ora, riassumiamo insieme.
Sappiamo che, in generale, un VBAC con travaglio spontaneo dopo un precedente cesareo con incisione del segmento uterino è associato ad  un rischio basso di rottura uterina.
Questo significa che in caso di presenza di un altro tipo d’incisione o con multipli cesarei o nel caso sia necessario indurre non si può fare un VBAC? Certo che no! Studieremo insieme il discorso sull’induzione nel prossimo approfondimento!
Ricorda, le statistiche ci aiutano a vedere qual è la dinamica- media in un grande campione, ma non indicano cosa può succedere nel singolo ed individuale caso specifico.
I dati scientifici (sul VBAC e sul cesareo elettivo) sono risorse importanti affinché la maturazione della persona scelta di parto sia quanto più consapevole.
Tuttavia, al di là degli strumenti di informazione scientifica, ognuna di noi ha una grande risorsa: l’ascolto di sé e della propria bambina/del proprio bambino.  E’ la connessione con i nostri bisogni, le emozioni e le sensazioni a poter guidare il nostro agire.
 
 
Fonti:
American College of Obstetricians and Gynecologists. (2010). Practice Bulletin No. 115: Vaginal Birth After Previous Cesarean Delivery. Obstetrics and Gynecology,116 (2), 450-463. Retrieved fromhttp://m.acog.org/Resources_And_Publications/Practice_Bulletins/Committee_on_Practice_Bulletins_Obstetrics/Vaginal_Birth_After_Previous_Cesarean_Delivery
American College of Obstetricians and Gynecologists. (2012, July). Placenta accreta. Committee Opinion No. 529. Obstet Gynecol, 201-11. Retrieved fromhttp://www.acog.org/Resources%20And%20Publications/Committee%20Opinions/Committee%20on%20Obstetric%20Practice/Placenta%20Accreta.aspx
Curtin, S. C., Gregory, K. D., Korst, L. M., & Uddin, S. F. (2015). Maternal Morbidity for Vaginal and Cesarean Deliveries, According to Previous Cesarean History: New Data From the Birth Certificate, 2013.National Vital Statistics Reports, 64(4). Retrieved fromhttp://www.cdc.gov/nchs/data/nvsr/nvsr64/nvsr64_04.pdf
Kmom. (2010, July 23). About damn time: Good news for vaginal birth after multiple cesarean! Retrieved from The Well-Rounded Mama: http://wellroundedmama.blogspot.com/2010/07/about-...
Komorowski, J. (2010, Oct 11). A Woman’s Guide to VBAC: Putting Uterine Rupture into Perspective. Retrieved from Giving Birth with Confidence:http://www.givingbirthwithconfidence.org/p/bl/ar/blogaid=181
Landon, M. B., Hauth, J. C., & Leveno, K. J. (2004). Maternal and Perinatal Outcomes Associated with a Trial of Labor after Prior Cesarean Delivery. N Engl J Med,351, 2581-2589. Retrieved fromhttp://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa040405
Silver, R. M., Landon, M. B., Rouse, D. J., & Leveno, K. J. (2006). Maternal Morbidity Associated with Multiple Repeat Cesarean Deliveries. Obstet Gynecol,107, 1226-32. Retrieved fromhttp://journals.lww.com/greenjournal/fulltext/2006/06000/maternal_morbidity_associated_with_multiple_repeat.4.aspx
Kessous R, Sheiner E. Is there an  association  between short interval from previous cesarean section and adverse obstetric and perinatal outcome? J Matern Fetal Neonatal Med2013;26:1003–6.
Kok N, Wiersma IC, Opmeer BC, de Graaf IM, Mol BW, Pajkrt E. Sonographic measurement of lower  uterine  segment thickness to predict uterine rupture during a trial     of labor in women with previous Cesarean section: a meta- analysis. Ultrasound Obstet Gynecol 2013;42:132–9.
Tahseen S, Griffiths M. Vaginal birth after two caesarean sections (VBAC-2)—a systematic review with meta-analysis of success rate and adverse outcomes of VBAC-2 versus VBAC- 1and repeat (third) caesarean sections. BJOG 2010;117:519.
 
Green-top Guideline No. 45, October 2015, Birth after previous caesarean birth, Royal College of obstetricians and gynaecologists

(Traduzione a cura di Marika Novaresio volontaria Innecesareo, testo iniziale e revisione Francesca Alberti)